Chissà

Chissà
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Menada Guzina

Questa poesia di Andrew Faber scava nelle radici invisibili della forza interiore, quella che molti ammirano senza conoscerne il prezzo. È un tributo a chi ha scelto di non accontentarsi, a chi ha scritto la propria strada con coerenza e coraggio, nonostante il dolore, le rinunce e le cicatrici. Un inno alla vulnerabilità trasformata in potenza, alla leggerezza conquistata attraverso il silenzio e l’autenticità. Un invito a ricordare che la libertà vera nasce quando smettiamo di rincorrere l’approvazione altrui e iniziamo a vivere con fedeltà a noi stessi.

Chissà, mi domandavo,
se chi ti invidia quella forza che hai,
sapesse quanto ti è costata
tutte le volte che un “si”
sarebbe stato comodo.
Ma per NON accontentarti.
E tu, invece di seguire una delle tante mode,
invece di seguire una delle tante strade,
ti sei messa a scrivere la tua ogni volta,
reinventandola da zero,
passo dopo passo,
sogno dopo sogno.

Chissà, mi domandavo,
se chi ti invidia quella forza che hai
sapesse cosa si nasconde
dietro la semplicità del tuo sorriso.
Credono che vivere leggeri
equivalga a prendere la vita con leggerezza.
Se sapessero che i tuoi mostri
li hai incontrati tutti,
che ti sei affrontata a cuore aperto
prima di accettarti.

E ti senti dire spesso:
“Vorrei sapere ascoltare,
come sai ascoltare tu."
E NON lo sanno
quanto silenzio hai dovuto ingoiare
prima di trovare le parole giuste.
NON lo sanno loro
quanti “Non fa niente”
ti sono usciti sottovoce dalle labbra.
E invece eccome se faceva male,
tanto male.

Chissà, se chi ti invidia quella forza che hai,
sa cosa significhi
NON avere nulla da nascondere
ma desiderio di farsi trovare.
Se sa che non è facile
accettare di essere persone speciali.
Che a volte preferiresti
che tutto ti scivolasse addosso.
A volte vorresti una pelle
dove NON resti tutto scritto, tutto impresso.
A volte preferiresti NON averle
tutte quelle cicatrici.
NON averli, tutti quei ricordi.

Chissà, se chi ti invidia quella forza che hai,
riuscirà mai a capire
che dal dolore NON si sfugge.
Che il dolore va vissuto fino in fondo
e poi compreso.
Che non esistono altri modi
per convincersi che la bellezza esiste.
Che oggi, se puoi dirti una persona libera,
è solo perché NON hai mai creduto
di poter essere qualcun altro,
se NON te stessa.
E ti sei messa in viaggio,
quel giorno in cui hai urlato basta,
finalmente in cerca della tua felicità. 

Andrew Faber